Anche se al giorno d’oggi il tatuaggio è considerato al pari di altre forme d’arte e non viene più visto come segno di ribellione con tutte le connotazioni negative che ne sono derivate per decenni, resta comunque, almeno in parte, uno dei tratti distintivi della vita in carcere. I tatuaggi in carcere sono un mondo misterioso e ricco di simboli, spesso segreti.
Fin dall’antichità il tatuaggio era considerato come un marchio distintivo e se, per molte culture orientali e tribù indigene veniva praticato per segnare passaggi importanti nella vita di uomini e donne. Ad esempio l’entrata nel mondo adulto piuttosto che l’ingresso in società come guerriero, sin dal tempo dei Persiani. In occidente veniva utilizzato per marchiare schiavi e prigionieri. Talvolta il tatuaggio indicava precisamente, a seconda del disegno, il tipo di delitto commesso o la punizione alla quale il soggetto era stato destinato. Era uso e consuetudine fare i tatuaggi su mani, viso e collo, in modo che chiunque potesse vederli e comprendere la loro natura.
Le prigioni sono state per molto tempo luogo di prova per alcuni detenuti che praticavano l’art tattoo per avere in cambio favori materiali o protezione da parte di altri carcerati. Ovviamente i tatuatori che realizzavano i loro lavori in galera non avevano a disposizione le strumentazioni adatte, né gli inchiostri adeguati alla realizzazione di tatuaggi così come siamo abituati a vederli. Per questo motivo i tatuaggi realizzati in carcere sono ben distinguibili da quelli professionali; si tratta infatti di disegni eseguiti con tratti incerti e con pigmenti scadenti che scoloriscono facilmente e presentano sfumature assolutamente imprecise e decisamente poco estetiche.
Inoltre alla base dei tatuaggi delle carceri ci sono determinati segni e simboli, soggetti che hanno significati ben precisi relativi. Ad esempio, all’ appartenenza a bande criminali o a gruppi di detenuti che in qualche modo si univano per comunità di ideali piuttosto che per sopravvivere al meglio unendo le proprie forze. In alcuni casi i tattoo delle carceri hanno lo scopo di “spiegare” a chi li vede di quale crimine si sia macchiato colui che li porta, piuttosto che quali siano le sue dipendenze o i suoi punti di forza.
Come abbiamo detto, nelle carceri non venivano utilizzate le tipiche macchinette del tatuatore; la tecnica, se così vogliamo chiamarla, era quella della “puntura a mano”. Chi praticava il tatuaggio usava un normalissimo ago da cucito, avvolto quasi interamente con del filo di cotone. Una volta intinto nell’inchiostro, il tatuatore bucava la pelle del tatuato creando a mano libera il disegno. Il risultato era ovviamente un tratto discontinuo dato che l’ago penetrava nella pelle a differenti profondità e senza alcuna guida. Anche il tatuaggio auto-praticato non era raro nelle prigioni, né tra le bande criminali di molte comunità. Si trattava di una pratica svolta come una sorta di prova di coraggio e sopportazione del dolore; in realtà in molti casi gli appartenenti alle bande si tatuavano proprio per segnare il passaggio di aggregazione alla banda, e lo facevano da soli solo per mancanza di denaro.
All’interno delle istituzioni carcerarie i tatuaggi sono spesso e volentieri molto più di un’opera d’arte impressa sulla pelle: sono piuttosto un modo evidente per raccontare la propria storia, per indicare l’appartenenza ad un gruppo e per esplicitare lo stile di vita e le convinzioni di chi ha deciso di vivere ed operare al di fuori della legge.
Esistono tantissime tipologie di tatuaggi diffusissimi tra carcerati: alcuni hanno una forte, caratterizzazione geopolitica (sono per esempio legati a gang o movimenti specifici), altri hanno un significato più generale e possono essere individuati nelle zone più disparate del globo. Proviamo ora ad analizzare alcuni dei più noti gruppi/tipo di tatuaggi dei carcerati.
All’interno di un carcere un tatuaggio può essere il modo più rapido per indicare a tutti la propria appartenenza ad uno specifico gruppo criminale. Tra i più diffusi possiamo sicuramente indicare i tatuaggi legati alla gang Mara Salvatrucha da El Salvador, un’organizzazione criminale particolarmente violenta.
I membri della MS spesso sono ricoperti da numerosi tatuaggi (che possono coprire anche il viso), che comprendono quasi sempre le lettere “SUR” (sta per sureño, ovvero “del sud”), le lettere “MS” e/o il numero 13. Allo stesso modo elementi della Mafia Messicana tendono a tatuarsi la “Eme” o “M”, mentre la Familia Banda Nuestra (insieme di band di origini latino-americane operanti principalmente in California) utilizza in contrapposizione la parola norteño (“del nord”), la lettera “N” o il numero 14 (che la identifica nell’alfabeto)
Il mondo criminale russo ha un sistema di comunicazione attraverso i tatuaggi incredibilmente articolato. Ci sono decine di tatuaggi che indicano il grado, il potere, addirittura la violenza dei singoli carcerati. Ci sono tatuaggi che indicano il tipo di reato commesso, tatuaggi che indicano l’orientamento sessuale del loro “proprietario”; tatuaggi che il singolo individuo decide se farsi o meno e tatuaggi che spesso e volentieri vengono imposti all’interno del carcere(i cosiddetti tatuaggi forzati).
Vediamo alcuni dei soggetti tipici dei tattoo dei carcerati.
LACRIMA
È uno dei soggetti tipici dei tatuaggi dei carcerati. Può avere diversi significati: avere commesso un omicidio o aver visto uccidere uno dei propri cari, aver trascorso molti anni di reclusione o essere pentiti del proprio crimine.
NUMERI
Molto carcerati decidono di farsi tatuare la serie di numeri identificativa della detenzione, in altri casi i numeri possono rappresentare l’appartenenza ad una banda.
IL NUMERO 13: ha un significato particolare in carcere: indicando la lettera M, poiché la tredicesima dell’alfabeto, il 13 viene tatuato per fare riferimento alla Marjuana.
CROCE SUL PETTO: un tatuaggio piuttosto comune, indica l’essere un ladro.
STELLE: fatte sulle ginocchia indicano la volontà di non inchinarsi davanti a nessuno.
OCCHIO: inciso sulla pancia può indicare omosessualità.
BOIA: può indicare chi ha ucciso un proprio parente.
TIGRE: indica particolare aggressività, soprattutto verso le forze dell’ordine.
RAGNO: a seconda della posizione può indicare un criminale attivo (rivolto verso l’alto) o una persona che ha abbandonato questo tipo di attività (rivolto verso il basso).
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